Alla “riscoperta” dell’America

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Carta geografica dell’anno 1761 – Notare gli errori nel tracciare la Costa Occidentale ancora in parte non esplorata

By “PalloncinoGrigio”

Domani, 12 Ottobre, sono trascorsi 526 anni da quando Cristoforo Colombo sbarcò sull’Isola di San Salvador sancendo di fatto la fine del Medioevo. Niente di meglio allora che “riscoprire” anche noi l’America con gli occhi di un altro italiano.

Questa storia ha inizio in una fredda e nebbiosa domenica mattina di Dicembre quando,  in un mercatino dell’usato e antiquariato, frugando in uno scatolone con una pila perché l’alba ancora non era sorta, mi imbattei in qualcosa di speciale: un libro unico, buttato in un angolo, dall’aspetto malandato e con una rilegatura completamente rovinata. Svenduto per poche decine di euro dal mercante che ancora non credeva di essere riuscito a vendere un libro in quelle condizioni. Fu invece per me una di quelle scoperte che ogni collezionista spera di fare e non mi preoccupavano le cattive condizioni del libro: un caro amico, ottimo rilegatore, avrebbe saputo ridonargli di certo la veste che si meritava.

Il libro in questione è “Viaggio negli Stati Uniti dell’ America Settentrionale negli anni 1785-1786-1787” scritto da Luigi Castiglioni, patrizio milanese, e stampato in due tomi a Milano nel 1790. Il libro rappresenta un raro documento storico settecentesco dei primi anni di esistenza degli Stati Uniti, visti attraverso gli occhi di un europeo, un nobile milanese che vi trascorse tre anni della sua vita, osservando e annotando.  Ma chi era Luigi Castiglioni? E come è arrivato negli Stati Uniti?

Luigi Castiglioni nacque a Milano il 3 ottobre 1757 da famiglia patrizia originaria di Mozzate, paese del comasco. La madre era Maria Teresa Verri, sorella del famoso Pietro Verri, scrittore, filosofo, storico ed economista, uno dei maggiori esponenti dell’ Illuminismo italiano, che intrattenne anche intensi rapporti epistolari con esponenti dell’ Illuminismo francese, come Diderot e Voltaire. Pietro Verri prese a cuore l’educazione del nipote e fu per lui una preziosa guida intellettuale e morale. Del resto Luigi, fin dall’infanzia, crebbe in un ambiente intellettualmente stimolante: la sua casa spesso ospitava politici e uomini di cultura, tra questi Cesare Beccaria il cui influsso sull’educazione del giovane fu molto importante. Castiglioni dimostrò presto un forte interesse per le scienze naturalistiche, in particolare per la botanica. Anche per sviluppare le sue conoscenze in questo campo, iniziò a viaggiare in Europa, soprattutto Francia e Inghilterra. Da qui, il 13 aprile del 1785, si imbarcò sul veliero “Nettuno” per l’ America, destinazione Boston. Il primo motivo, dunque, di questo viaggio era, ancora una volta, conoscere le piante esistenti in questa nuova terra e sconosciute in Europa, esaminarle e studiare le loro possibilità di crescita nel nostro continente. Ma poteva un uomo come Castiglioni limitarsi a questo? La sua intelligenza e la sua curiosità culturale lo portò ad osservare e studiare anche tutti gli altri aspetti, politici, economici e sociali, di questa giovane nazione, di cui egli intuì subito le grandi potenzialità.

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Il Frontespizio del 1° tomo

Fin dalle prime pagine, la lettura di questo libro ci cattura tanto da farci quasi sentire partecipi in prima persona. Con Castiglioni affrontiamo questo viaggio verso un paese ancora poco conosciuto, seguendo la sua traccia così ben impressa sulla ruvida carta settecentesca.

Insieme, sulla tolda della nave, scrutiamo l’orizzonte lontano, pieni di curiosità e di speranza, come un altro, Colombo, aveva fatto secoli prima. Ma Colombo non sapeva che cosa ci fosse oltre quell’orizzonte d’acqua; Castiglioni (e noi con lui) lo sappiamo, ciò non di meno la terra americana offre ancora molto da scoprire agli occhi di un europeo di fine ‘700. Sappiamo che c’è un enorme paese dove sta nascendo qualcosa di nuovo, dove una “Rivoluzione memorabile” aveva portato al

politico nascimento d’una Repubblica composta di diverse Nazioni, sparsa in varie Province molto fra loro distanti e varie…” – Castiglioni

Siamo con Castiglioni al largo di Terranova, sempre accompagnati da quel lieve odore muschiato della carta e degli inchiostri dell’epoca; siamo con lui mentre senza successo partecipa al salvataggio di un marinaio scaraventato in mare da un colpo di vento; siamo al suo fianco mentre insegna ai marinai increduli a ricavare acqua dolce dagli iceberg, così come ha letto sul diario di Cook, libro che ha portato con sé e che ora mostra, a conferma di quanto diceva.

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Incisione raffigurante iceberg così come descritto dallo stesso Castiglioni al largo di Terranova

Tracce di mare e di vita su carta. Castiglioni viaggia con la compagnia di un libro di Cook e noi “navighiamo” con il libro di Castiglioni. Ma è giunto il momento di approdare a Boston, il 17 maggio, dopo 34 giorni di navigazione.

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Mappa della Città di Boston – 1785

Sbarcò, dunque, Castiglioni e iniziò il suo lungo viaggio che lo portò in più di due anni a visitare tutti gli Stati dell’est che da poco si erano confederati negli Stati Uniti d’ America. Percorse dal Massachusset, Nuova York, Pennsylvania, giù giù fino alla Georgia e poi ancora su fino al Canada.

La cronaca di questo viaggio è estremamente minuziosa: Castiglioni è un osservatore attento: forse per un’attitudine, e abitudine, che gli viene dalla sua passione per la botanica, guarda il mondo come guarderebbe una foglia, con la lente d’ingrandimento, scrutandone ogni più piccola ruga. Egli racconta tutto ciò che fa e tutto ciò che vede con grande dovizia di particolari. Ne risulta un testo molto stimolante. Possiamo immaginare quanto interesse e quanto stupore abbia suscitato nei suoi contemporanei, quasi completamente “ignoranti” per quanto riguardava quel paese e quel popolo: quel libro era una porta spalancata su un mondo sconosciuto ai più. Ma questo libro suscita ancora adesso interesse e stupore; anche per noi è una porta aperta su una America che pensiamo di conoscere a fondo perché abbiamo studiato a scuola la sua geografia e la sua storia, l’abbiamo vista in televisione, nei film, l’abbiamo visitata personalmente, ma non conosciamo nei dettagli la piccola, intima storia dei suoi primi passi. Castiglioni analizza a fondo le cause della guerra d’indipendenza dall’Inghilterra ed è un osservatore imparziale.

Non c’è aspetto della natura e della vita di quel paese che Castiglioni non colga e non annoti: usi, costumi, leggi, storia, fauna e flora. Disegnò mappe delle città (interessante la mappa della Nuova York del 1785),

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Nuova York – 1785

aspetti della vita e del lavoro, strumenti ed oggetti, flora e fauna; questi disegni ispirarono le belle incisioni di Benedetto Bordiga (1766-1847) che arricchiscono i due volumi. Fornito di lettere di presentazione, fu dappertutto ben accolto ed introdotto negli ambienti che contano. Conobbe e fu ospite di importanti personaggi del mondo della politica e della cultura, proprietari terrieri e militari con i quali instaurò buoni rapporti, tra tutti spicca Giorgio Washington che lo ospitò nella sua casa. A questo proposito Castiglioni  scrive:

Ivi passai quattro giorni favorito dal Generale colla maggiore ospitalità, com’egli usa fare coi forestieri, che in gran numero vengono ad ammirare un tanto celebre personaggio. Il Generale Washington ha circa 57 anni, è grande di statura, di robusta complessione, di aspetto maestoso, e piacevole, e benché incallito nel servizio militare sembra ancora di età non avanzata.”

Conobbe da vicino “gli indigeni” che lui chiama “selvaggi” perché così li chiamavano gli americani, ma senza alcun disprezzo o senso di superiorità  da parte sua; egli anzi deplorò la crudeltà con cui molti coloni trattavano gli indigeni. Compilò persino un piccolo dizionario italiano-cherokee che è inserito nel libro.

Pervenuti a vista dell’Isola di Penobscot chiamammo i Selvaggi, che vennero a prenderci coi loro Cannos (canoe), e ci condussero al Villaggio, dove presentati fummo dal Sig. Treat ad uno de Capi, che prendendomi per la mano, mi fece entrare nella sua abitazione… …Questi antichi abitatori dell’America, benché privi dell’educazione europea hanno un naturale talento assai superiore a quello che comunemente da noi loro si attribuisce…”

Visitò anche le piantagioni del Sud: poté quindi osservare in quale stato di abbruttimento fossero tenuti gli schiavi neri ed ebbe parole di condanna per la crudeltà con cui i grandi proprietari terrieri li trattavano.

Dopo tutta questa lunga e minuziosa descrizione del suo viaggio, Castiglioni ritiene opportuno trascrivere il testo della nuova Costituzione che gli era stato consegnato perché

Grandissima certamente a mio credere sarà l’utilità che ricaveranno gli Stati-Uniti nell’adottare questa Costituzione nella quale (come ivi si esprime) assicurando per quanto potevasi i diritti di ciascheduno Stato, si·è provveduto all’interesse, sicurezza dell’Unione, conferendo al Congresso il potere esecutivo di far la guerra, la pace ed i trattati, di levare generali contribuzioni, e regolare il commercio. Siccome questa è la base su cui appoggiasi l’indipendenza e prosperità degli Stati-Uniti non sarà discaro il vederla qui inserita, tradotta letteralmente quanto era possibile.”

Questa è la prima traduzione in lingua italiana della nuova Costituzione degli Stati Uniti d’America, sottoscritta da Giorgio Washington e approvata quasi all’unanimità dai delegati dei vari Stati nel settembre 1787, poco prima della partenza di Castiglioni per far ritorno in Italia.

Non possiamo che concludere con una frase di Castiglioni che ha il sapore di  una profezia:

La loro distanza dall’Europa li rende sicuri da qualunque improvvisa invasione, e l’estensione e fertilità del terreno che posseggono è suscettibile di nutrire un’immensa popolazione massime nel centro del Continente dove, come già accennai, trovansi vastissime pianure, che sotto un cielo temperato e salubre vengono irrigate da numerosi e navigabili fiumi. Animati da questi vantaggi, sotto gli auspici del nuovo Governo, fioriranno ben presto gli Stati-Uniti, ed arriveranno più facilmente a quell’epoca felice a cui aspirano e nella quale potranno distinguersi fra le più possenti ed ingentilite nazioni”

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