Un “guazzabuglio”: ovvero la “vera” storia di Robinson Crusoe

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“SCHEGGE di carta” – Frammenti di storie, aneddoti o curiosità dal mondo dei libri che hanno la caratteristica della brevità. Da leggere nel tempo di un caffè (lungo possibilmente). 

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Frontespizio dell’edizione in lingua italiana stampata a Venezia nel 1738

 

Qualche giorno or sono, durante alcune operazioni di manutenzione della raccolta libraria, mi cade l’occhio sul frontespizio de la “La vita e le avventure di Robinson Crusoe – Storia galante” stampato a Venezia nel 1738 da Domenico Occhi. E’ la terza edizione, in due volumi, dell’opera tradotta in italiano. Sin dalla prima volta che ebbi in mano questo volume mi colpì la parola “galante” dal momento che in quelle avventure apparentemente non c’è proprio nulla di galante. Probabilmente si trattò di una piccola astuzia dell’editore italiano per vendere più facilmente l’opera (astuzia del resto non ignorata anche ai tempi nostri!).

Pochi forse sanno però che Defoe, dopo aver scritto “La vita e le avventure di R.C.”, scrisse e pubblicò altre due opere aventi per protagonista il nostro eroe: “The Further Adventures of Robinson Crusoe”  e “Serious reflections during the life of Robinson Crusoe, With His visionof the Angelic World”  (“Le ulteriori avventure”  e “Le riflessioni serie, con le sue visioni del mondo angelico”).

Defoe, nato a Londra nel 1660 fu imprenditore, giornalista, scrittore e tante altre cose. Ebbe una vita tumultuosa come il suo carattere e soprattutto segnata da una bancarotta, una prigionia per debiti e un perenne stato di incertezza finanziaria. Pare che proprio la necessità di guadagnare per coprire i debiti sia stata la molla per iniziare a scrivere romanzi. In prigione scrisse il suo primo romanzo “Le avventure di Moll Flander”, poi, quando tornò libero, all’età di 58 anni scrisse la Storia di Robinson che pubblicò nel 1719. L’opera suscitò subito un grande interesse forse anche per la trovata di Defoe di presentarla come un racconto autobiografico vero. Solo successivamente si saprà che in realtà si tratta di una storia che mescola fatti realmente accaduti (che si rifanno alle vicende di un  marinaio, Alexander Selkirk) con invenzioni letterarie.

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Inizia il secondo viaggio (meno noto) di Robinson Crusoe

Sull’onda di questo successo e sempre spinto dalla necessità economica Defoe scrisse e pubblicò il seguito delle avventure di Robinson Crusoe: “The further Adventures”  sempre nel 1719 e “Serious reflections” l’anno successivo, il 1720. Anche queste due opere vengono accolte con grande interesse, ma il successo è effimero perché il loro valore letterario è inferiore.

Nasce ora in noi la curiosità di sapere che cos’altro è capitato a questo personaggio che ha fatto sognare intere generazioni di ragazzi. Non è facile trovare sul mercato il seguito delle avventure. Grazie ai moderni archivi digitali non è difficile trovare in rete la riproduzione di un’edizione in 4 volumi tradotta in italiano da  Gaetano Barbieri e pubblicata nel 1838 a Milano: l’opera riprende per intero, nei primi due volumi, la storia che tutti conosciamo. Questo racconto, che termina con il ritorno in patria di Robinson,  lasciava però intravedere una nuova partenza per il Brasile e l’isola dove era vissuto dopo il naufragio per ritornare infine di nuovo in Inghilterra.

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Frontespizio dell’edizione inglese del 1779

Negli altri due volumi troviamo, quindi, le nuove avventure di Robinson, il quale, dopo la morte della moglie, spinto da un irrefrenabile desiderio di viaggiare, riprende il mare nell’anno 1694, seguito dal fedele Venerdì, e raggiunge la “sua” isola dove nel frattempo è sorta una fiorente colonia spagnola. Sull’isola si ferma per alcuni anni e qui muore Venerdì. Crusoe è uno spirito inquieto e anche da qui, dopo aver vissuto varie avventure, riparte per un lungo viaggio che lo porta, doppiato il Capo di Buona Speranza, in Madagascar e poi nel Golfo Persico, nel Bengala, nell’isola di Sumatra, nel Borneo, nelle Filippine, dove si ferma per 6 anni e quindi di nuovo via nella Cambogia, nel Siam e in Cina e da lì, attraverso la terra dei Tartari in Moscovia (la Russia). Ad Arcangelo  si imbarca con una gran quantità di pelli pregiate che vende durante uno scalo ad  Amburgo e da qui finalmente fa vela verso l’ Inghilterra dove giunge nel 1705 a 73 anni suonati. Durante tutti questi viaggi Robinson vive una girandola incessante di avventure di ogni  genere, di mare e di terra, con ammutinamenti, avarie, assalti e scontri: compra un bastimento, si mette in affari con un socio e traffica di tutto, a seconda del posto dove si trova, diamanti, spezie, oppio, riso, tè, sete e damaschi preziosi, porcellane, pelli e altro ancora. Incontra e frequenta i personaggi  più disparati: viaggiatori e avventurieri, ladri e truffatori, assassini e missionari, selvaggi e pirati, mercanti, guerrieri Tartari e persino un Mandarino cinese, del cui seguito fa parte per un certo tempo, e un principe russo.

A conti fatti la vita di Crusoe si rivela un vero e proprio guazzabuglio di improbabili esperienze. E per fortuna che il padre di Robinson viene descritto da Defoe come un

 “perfetto borghese affetto da gotta che cerca di star lontano dagli eccessi e cerca di insegnare al figlio la gioia della vita tranquilla”!

Evidentemente gli insegnamenti paterni a poco sono serviti.

La pausa caffè è terminata, possiamo chiudere la porta di Crusoe e tornare nel mondo reale.

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