Storia di un mistero di carta e colori – Intervista all’artista Martin Frost

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Siamo abituati nelle nostre periodiche scorribande nel mondo dei libri ad “aprire porte” che conducono a percorsi inaspettati. Oggi incontriamo un libro (e con lui un artista) che nascondono un mistero letteralmente sotto gli occhi di tutti.

Possono infatti dei dipinti apparire e scomparire e nostro piacimento? E cosa possono avere a che fare questi dipinti “magici” con i libri?

Questa storia inizia a Venezia all’inizio del XVI secolo, attraversa i secoli sino all’Inghilterra tra ‘700 e ‘800 per tornare infine nuovamente a Venezia ai giorni nostri a conoscere e incontrare un artista… inglese.

SCHEMA LIBRO

il “taglio frontale” di un libro

Fore-Edge: il “taglio frontale” del libro

Una premessa: oggi parleremo del “taglio frontale” di un libro o all’inglese “fore-edge”. Nei libri “normali” il taglio delle pagine è bianco. Ma non è sempre stato così. A partire dagli ultimi anni del secolo XV sino a tutto il secolo XVI era abitudine conservare i libri sugli scaffali con il dorso della legatura rivolto verso il muro e il taglio frontale (o inferiore come in foto) verso l’osservatore. In questo modo non era possibile riconoscere l’argomento del libro a meno di non scrivere titolo o autore direttamente sul taglio delle pagine.

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Ludolphus de Saxonia: Vita Christi [Strassburg: Heinrich Eggestein], 1474 – By Courtesy of University of Glascow

Dalla scrittura ai primi dipinti il passo fu breve: i primi documenti storici che parlano di pittura sul taglio frontale ci portano indietro nei secoli proprio all’inizio del XVI secolo con l’artista veneziano Cesare Vecellio. Queste prime tracce scritte o dipinte erano però, per ovvi motivi pratici, ben visibili a libro chiuso. Successivamente la tecnica cadde in disuso e tornò di moda tra XVIII e XIX secolo in Inghilterra. La tecnica venne affinata ed alcuni artisti ebbero l’idea di “celare” l’immagine alla vista. Nacquero dunque i “fore-edge painting books”. I libri se chiusi mostravano una “normale” doratura del taglio frontale, aperti svelavano un mondo inaspettato, un’immagine nascosta che compariva solo “dispiegando” le loro pagine. Edwards of Halifax, un rilegatore inglese fu uno dei massimi esecutori e produsse pregevoli panorami ancora oggi molto ambiti tra i collezionisti. Tra i principali autori di questa tecnica possiamo citare artisti come Bartholomew Frye, John T. Beer,  Joseph Clayton Clarke e Miss C.B. Curry che dipinse miniature e fore-edge painting sino agli inizi del ‘900. Una delle raccolte più ampie al mondo può essere osservata alla Boston Public Library che al momento possiede un vero e proprio tesoro di 258 “fore-edge painting books”.

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Martin Frost al lavoro – By courtesy of M.Frost

Incontriamo Martin Frost

Ai giorni nostri pochissimi artisti padroneggiano ancora quest’arte ed uno in particolare ha di recente ricevuto importanti riconoscimenti internazionali: Martin Frost. Martin ha tuttora il proprio laboratorio nel West-Sussex, nel 2017 è stato insignito del “Maker of the Year 2017” dall’associazione inglese “British HERITAGE CRAFTS ASSOCIATION”. Martin Frost ha tenuto corsi e letture in diverse parti del mondo ma per incontrarlo non dobbiamo andare lontano. Al contrario dobbiamo tornare dove questa storia ha avuto inizio. A Venezia.

E per salvare le arti ed i mestieri artigiani in via di estinzione, infatti, a Venezia (presso la Fondazione Giorgio Cini) si è tenuta, a settembre 2018,  la prima edizione di “Homo Faber”. L’evento è stato organizzato dalla Michelangelo Foundation allo scopo di far conoscere, promuovere e valorizzare i mestieri d’arte in Europa e ha rappresentato l’inizio di un nuovo movimento culturale volto a sostenere e a dare risalto a tutti i maestri artigiani che, con le loro mani, realizzano oggetti che rappresentano la vera eccellenza. All’evento hanno partecipato 62.500 visitatori provenienti da ogni parte del mondo, 410 maestri d’arte e designer che hanno portato in visione 900 opere d’autore e allestito ben 91 dimostrazioni pratiche della loro arte. Tra loro era presente Martin Frost con le sue opere e con una dimostrazione. Nel video sottostante possiamo osservare Martin ed una sua opera.

Il fascino della sua tecnica e dei suoi lavoro di “fore-edge painting” è unica e “leportedeilibri” non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di incontrare (seppur a distanza) questo artista. Abbiamo deciso dunque di contattare Frost e di sottoporgli una breve intervista non prima di aver fatto giungere dal Sussex una delle sue opere.

Lo “Shakespeare” dipinto

Si tratta di una splendida edizione delle opere shakesperiane stampata a Londra nel 1863 dall’editore Campbell. Un bel volume rilegato in pelle ricercata con dorature di pregevole fattezza. L’opera è stata impreziosita da un “double fore-edge painting” eseguito da Martin Frost nel suo Atelier.

Un libro di certo interessante per la cura dell’edizione e le incisioni presenti, le note e dediche manoscritte e la bella legatura d’epoca. Tutta l’attenzione giustamente è però al momento catturata dai due dipinti ispirati alle opere shakesperiane che impreziosiscono il taglio laterale del libro. Due dipinti che magicamente spariscono con la chiusura del libro lasciando una bella doratura come unica cornice dello stesso.

Martin Frost ha accettato con cordialità e disponibilità di rispondere ad alcune nostre domande:

INTERVISTA:

Martin Frost abbiamo letto che lei sarebbe uno dei pochi, se non l’unico, artista al momento custode di questa antica tecnica; quanti artisti attualmente applicano la tecnica del “fore-edge painting”?

” Sino a circa 30 anni fa il mercato dei fore-edge painting era forte e florido grazie al contributo di 6 artisti esperti in Gran Bretagna. Al giorno d’oggi restano in attività solo 3 artisti tra i quali risulto al momento l’unico con produzione commerciale full-time.”

Come ha iniziato a interessarsi al fore-edge painting?

“All’inizio della carriera ho lavorato nel mondo del teatro dipingendo soprattutto grandi scenografie. Ho incontrato successivamente un collega artista “del libro” ed ho scoperto il piacere di ridurre le dimensioni dei miei dipinti sino alle dimensioni di un libro ed alla miniature.”

Ammirando i libri presenti nel suo catalogo è normale chiederle quanto tempo richiede la decorazione di un libro con questa tecnica e quanti libri ha dipinto nella sua vita?

“Il tempo impiegato per dipingere un libro dipende dalle sue dimensioni e dalla complessità del disegno. Quando oltre al dipinto intendo anche rilegare o restaurare il libro possono volerci anche 3-4 giorni. Ogni libro è una sfida a sé, ma dopo aver decorato, nella mia carriera, all’incirca 3500 libri ritengo di aver affinato la tecnica e la scelta dei materiali (utilizzo colori ad acqua e foglie d’oro) ottenendo ottimi risultati”

Lei è stato recentemente ospite della manifestazione “Homo Faber” a Venezia, può raccontarci le sensazioni vissute e come è stato accolto dal pubblico?

“La recente partecipazione a Homo Faber a Venezia e al Beeld Festival ad Amsterdam mi hanno dato l’opportunità di dimostrare la magia del misterioso fore-edge painting a centinaia di interessati ed appassionati visitatori e ospiti portando in dote numerosi lavori commissionati. Negli ultimi 20 anni ho tenuto diverse letture e workshops  in Inghilterra, Olanda, Stati Uniti e Canada entrando in contatto con più di 500 studenti”

Al giorno d’oggi molte antiche arti rischiano di essere dimenticate perché è sempre più difficile trovare giovani disposti a investire il loro tempo per il loro apprendimento. Ha qualche apprendista al momento nella sua bottega? Pensa o spera in futuro di tramandare la sua arte a qualcuno?

Sono sicuro che se sapremo diffondere la bellezza di questa secolare arte britannica, sarà la domanda stessa di opere a incoraggiare nuovi artisti a proseguire questa tradizione traghettandola verso il futuro” (ndr: immaginiamo dunque non vi siano apprendisti al momento)

Possiamo solo augurarci, insieme a Martin Frost, che queste antica arte, e con essa il piacere di scoprire “misteri di carta e colori” non venga dimenticata.

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