Il 20 maggio 1506 a Valladolid, nel nord della Spagna, si spegneva, nel silenzio generale, Cristoforo Colombo.
L’invidia, la gelosia, l’ignoranza, la stupidità e, non ultima, l’avidità avevano sommerso in un mare di polemiche l’uomo e la sua impresa, arrivando a sminuirne il valore e a svilire o addirittura a dimenticare il suo autore. Noi non confuteremo queste posizioni, ci hanno già pensato altri e soprattutto ci ha pensato la storia che, nella costruzione del suo grande puzzle, sa mettere ogni pezzo al suo posto giusto. Noi invece, fedeli al nostro stile, oggi parliamo di un diario, di un figlio e di tanti libri.
Il Diario di Bordo

Estratto del Diario di Bordo
Il diario è una pregevole edizione del “Diario a de bordo di Cristobal Colombo” edito nel !971 da Alberto Tallone, il quale, grazie alla collaborazione e l’aiuto di esperti dell’Università di Madrid, ebbe accesso al manoscritto originale del diario di bordo compilato da Colombo e lo trascrisse inserendo anche, nell’opera, alcune immagini del manoscritto. L’edizione, in lingua spagnola come l’originale, è numerata e stampata su carta a mano delle antiche Cartiere di Pescia.
Un libro prezioso che ci fa conoscere un documento unico e di inestimabile valore che, più di ogni altro, ha aperto una porta. L’ha spalancata su un Nuovo Mondo e così ha cambiato la conoscenza della nostra terra, ha mutato la storia, la geografia, la politica e anche, per sempre, il modo di vivere di tutta l’umanità, del vecchio e del nuovo mondo.
Oltrepassiamo quella porta e incontriamo subito un personaggio che ci colpisce e ci interessa perché fa onore e rende giustizia allo scopritore dell’America, criticato e dimenticato da molti suoi contemporanei.
Fernando Colombo
E’ Fernando Colombo, in spagnolo, Hernando Colon, figlio illegittimo di Cristoforo, nato nel 1488 da una relazione con Beatriz Enriquez de Arana.
Colombo ama molto questo suo secondogenito, anche se nato al di fuori del matrimonio, tanto che, nel suo testamento, lo chiama “legittimo” al pari del primogenito Diego. Fernando, dal canto suo, ama e ammira profondamente il padre, segue con slancio le sue imprese ed è molto interessato alla cosmografia e alle scienze matematiche. E’ un ragazzo intelligente, legge molto e nel tempo, come vedremo, svilupperà una vera passione per i libri. A quattordici anni, nel 1502, si imbarca con il padre nel suo quarto e ultimo viaggio di esplorazione della terraferma nell’America centrale.
Nel 1509, dopo la morte del padre, si imbarca nuovamente per accompagnare a Santo Domingo il fratello primogenito Diego, che in qualità di erede legittimo di Colombo, reclama alcuni suoi diritti e privilegi.
Tornato in Spagna, alterna periodi durante i quali viaggia per l’Europa e altri durante i quali vive in Spagna e assume importanti incarichi per conto dell’imperatore Carlo V.
La biblioteca di Fernando
I viaggi, oltre a soddisfare un innato desiderio di conoscenza, hanno anche uno scopo ben preciso. Fernando, come abbiamo detto, ama leggere e ama i libri. L’invenzione della stampa a caratteri mobili l’ha particolarmente colpito ed affascinato: capisce che si tratta una invenzione che rivoluzionerà il mondo, così come la scoperta dell’America. E allora inizia la sua ricerca, quasi spasmodica, dei nuovi libri stampati, in giro per l’Europa, nelle città dove sono sorte le migliori stamperie, per cercare e comprare le ultime edizioni, quelle più pregiate, stampate con i caratteri più belli e sulle carte più particolari, libri ma anche stampe e carte geografiche. A cavallo, sostando nelle taverne, percorre la Spagna, la Francia, la Germania, la Svizzera e l’Italia. A Venezia, centro d’eccellenza dell’arte della stampa, può rifornirsi anche di testi messi al bando, come quelli luterani.

Firma autografa di Don Hernando do Colon
Fernando è un uomo del rinascimento: il suo sogno è quello di creare una biblioteca universale nella quale è rappresentato tutto lo scibile umano passato e presente e dove quindi tutti i libri abbiano il loro posto, non più solo i testi classici ed ecclesiastici, come era nella tradizione medievale. Tra il 1526 e il 1530 fonda a Siviglia la sua biblioteca, chiamata “Hernandina” che arriverà a contare più di 15.000 testi e che è senz’altro la più vasta della sua epoca. Un investimento finanziario enorme se si pensa che i libri a quell’epoca erano merce costosa. L’imperatore Carlo V, che ha avuto modo di visitarla e di ammirarla, ne rimane così colpito che concede 500 pesos d’oro per contribuire ad altre acquisizioni. Tanti libri richiedono una organizzazione e Fernando si dedica anima e corpo al lavoro di catalogazione. Scrive elenchi, indici, annota sull’ultima pagina di ogni libro la data, il luogo d’acquisto e il prezzo, studia la loro disposizione, compila mappe per aiutare gli studiosi nella ricerca.
Alla sua morte la biblioteca passa in eredità al nipote Luis, figlio del fratello Diego. In seguito andrà alla Cattedrale di Siviglia, ma purtroppo, con il passare dei secoli, a causa dell’incuria, dei furti, delle perdite per vari motivi, la collezione si è ridotta a poco più di 4000 testi tra libri e manoscritti. Fernando non è solo un collezionista di libri, è lui stesso scrittore, studioso e uomo di grande cultura. Conosce e intreccia relazioni epistolari con personaggi come Amerigo Vespucci, Erasmo da Rotterdam, Aldo Manuzio, Albrecht Durer, delle cui opere è grande ammiratore e collezionista. Seguendo gli insegnamenti paterni ha sviluppato una passione per la cosmografia, l’astronomia e le scienze matematiche; proprio queste lo aiutano nei suoi studi per identificare un metodo capace di determinare esattamente la longitudine. Per queste sue conoscenze, è molto stimato dall’ imperatore Carlo V che lo nomina cosmografo di corte e gli affida diversi incarichi al fine di risolvere alcuni dei tanti problemi derivanti dai possedimenti spagnoli nel Nuovo Mondo. Fa parte di un collegio arbitrale per definire i diritti di Spagna e Portogallo sulle Molucche, organizza e presiede una commissione di esperti cartografi e di piloti che devono ridisegnare tutte le mappe nautiche, sulla base delle nuove conoscenze. Tali carte marine sono rimaste in uso per molto

Mappa del Mondo di Diego Ribero – 1529
tempo e alcune sono giunte fino a noi, tra queste i bellissimi planisferi di Weimar, luogo dove sono ora conservati, opera del famoso cartografo Diego Ribero. Sempre per incarico dell’imperatore, fonda il Collegio Imperial, un’accademia che prepara i giovani all’arte della navigazione.

La biografia di Colombo scritta dal figlio Fernando – Editio Princeps 1571
Fernando scrive anche molto, compila dizionari, memoriali, studi sugli argomenti più disparati, ma purtroppo della maggior parte di queste opere è rimasto solo il titolo poiché i manoscritti sono andati persi. Una sola opera è stata stampata nel 1571, e quindi postuma dato che Fernando è morto nel 1539 a soli 51 anni. Si tratta delle “Historie della vita e dei fatti di Cristoforo Colombo”, una biografia dell’amato padre. Su quest’opera è sorta però una questione a lungo dibattuta. Infatti il manoscritto originale è andato perduto e di esso non c’è neppure traccia, come titolo, nei precisi ed accurati cataloghi compilati dal meticoloso Fernando. Inoltre nel testo compaiono molte inesattezze che difficilmente possono essergli attribuite. Per questi motivi alcuni studiosi ritengono che in origine si trattasse di appunti e di memorie sparse poi raccolte e rimaneggiate da altri per essere pubblicate.
Figlio di un grande padre, Fernando fu a sua volta un grande uomo. A differenza del padre ottenne, ai suoi tempi, maggior considerazione ed apprezzamento. Accumulò anche una grande ricchezza. I secoli hanno poi ridimensionato le critiche e le accuse rivolte al grande navigatore e gli hanno restituito il giusto merito, facendo di lui uno dei grandi della terra. Fernando invece è rimasto nella sua ombra, ma questo sicuramente non gli sarebbe dispiaciuto, conoscendo quanto amasse e ammirasse il padre.
Di certo Cristoforo Colombo sarebbe stato fiero di questo figlio “bastardo”, come si diceva una volta, che, con i suoi studi e le sue opere ha, in un certo senso, continuato l’opera del padre, contribuendo a traghettare l’umanità in una nuova epoca.