8 Marzo, festa della donna, certamente un’ occasione da non perdere per ricordare, partendo da uno dei nostri libri, il ruolo fondamentale quanto “nascosto” avuto dalle donne nella politica, economia e nello sviluppo scientifico europeo dei secoli “illuminati”.
Anche questa volta, dunque, partiamo da un libro: “ Elementi della filosofia del Neuton esposti dal Signor Di Voltaire tradotti dal francese” Venezia 1741.
Si tratta, come dice il titolo, della traduzione in italiano degli “Eléments de la philosophie de Newton mis à la portèe de tout le monde” che Voltaire aveva pubblicato ad Amsterdam nel 1738, opera a carattere divulgativo che l’autore dedica alla Marchesa Emilie du Chatelet (italianizzata poi in “Marchesa del Castelletto”) , come ringraziamento per la sua preziosa collaborazione.
MADAME DU CHATELET
Madame du Chatelet: chi è costei? E’ la nostra donna molto speciale, ma non troppo conosciuta. Potremmo definirla anche una femminista ante-litteram.
Gabrielle Emilie Le Tonnelier de Breteuil nasce a Parigi nel 1706. La sua è una famiglia aristocratica molto in vista; suo padre è stato un personaggio importante alla corte del Re Sole. La piccola cresce in un ambiente colto e raffinato, dimostra presto di possedere una grande intelligenza e propensione allo studio. A differenza della maggior parte delle donne dell’epoca, riceve un’ottima educazione e le viene consentito di seguire le lezioni dei precettori, insieme ai suoi fratelli. Studia le lingue, la letteratura classica, il teatro e i testi sacri, ma è soprattutto nello studio della matematica e della fisica che dà il meglio di sé, dimostrando di possedere una mente scientifica eccezionale.
Frequenta ed è in corrispondenza con i maggiori intellettuali dell’epoca. Spesso si traveste da uomo per poter entrare nel Cafè Gradot dove sono soliti ritrovarsi gli studiosi delle nuove teorie di Newton. Nel 1725 sposa il Marchese Florent Claude du Chatelet, diventando così la Marchesa du Chatelet, nome con il quale è passata alla storia. Il marito è un militare, spesso assente per le sue missioni e comunque uomo molto tollerante. Emilie può così continuare i suoi studi, frequentare chi vuole e anche avere una vita sentimentale piuttosto libera.
MADAME E VOLTAIRE

Francois-Marie Arouet – Voltaire
Emilie ha, infatti, diverse relazioni extraconiugali: la più importante, iniziata nel 1733 è quella con il filosofo Voltaire, all’epoca già famoso. Quando quest’ultimo deve lasciare Parigi perché inviso alla corte per aver elogiato troppo apertamente il sistema politico inglese, Emilie non esita un istante a lasciare Parigi, il marito e i figli per andare a vivere con lui nel Castello di Cirey sur Blaise, nell’Alta Marna, di proprietà del marito.
Oltre alla passione, una profonda affinità intellettuale lega i due amanti: la marchesa esercita una forte influenza su Voltaire, è lei che introduce il filosofo ai concetti della matematica e della fisica, discutendo con lui sulle teorie di Newton e Leibniz. A Cirey vivono una vita intensa, circondandosi di intellettuali e della migliore società e alternando allo studio il divertimento.

Castello di Cirey-su-Blaise
Nel castello c’è una eccezionale biblioteca che arriverà a contare la bellezza di 21.000 testi, ma c’è anche un piccolo teatro in cui vengono rappresentate opere nelle quali recita la stessa marchesa, e si dice che sia anche una brava attrice. Emilie è instancabile, dorme pochissimo e trascorre buona parte della notte sveglia divertendosi o studiando, Voltaire invece, anche a causa della sua salute cagionevole, fatica a seguire il ritmo frenetico di questa vita. Nel 1746 Emilie si innamora perdutamente del giovane poeta di corte De Saint Lambert e lascia Voltaire. Nel 1749, a soli 43 anni, muore di parto. Il filosofo, con il quale era rimasta in buoni rapporti, scriverà:
“Non solo ho perso un’amante, ma la metà di me stesso”.
I MILLE VOLTI DI EMILIE
Madame du Chatelet: ragione e sentimento, razionalità e passione, un personaggio davvero complesso. Donna eccezionalmente colta, intelligente, mente lucida e razionale, ma anche donna molto bella e di grande fascino, amante del lusso, della vita gioiosa, delle passioni amorose, del gioco d’azzardo e delle frivolezze come i bei vestiti e i ninnoli di cui riempie la casa. Alterna il divertimento sfrenato allo studio più rigoroso. Si racconta che la notte, per rimanere sveglia a studiare, immergesse le mani nell’acqua gelida.
“Pompon Newton” l’aveva soprannominata Voltaire, sottolineando i due aspetti della sua personalità: la frivolezza e la passione per le scienze.
A noi ora interessa mettere in luce soprattutto questa ultima passione perché ci pare giusto che le siano riconosciuti i grandi meriti che ha avuto in campo scientifico. Ricordata dalla storia soprattutto come la musa di Voltaire, Madame du Chatelet in realtà brillò di luce propria e non fu solo ispiratrice. Profonda conoscitrice delle teorie di Leibniz e di Newton, fu lei che avvicinò il filosofo alla matematica e alla fisica.
C’è chi reputa, con qualche fondamento, che lo stesso libro che abbiamo citato all’inizio di questo post, sia stato scritto a quattro mani se non addirittura interamente da lei, anche se poi è stato pubblicato con il nome di Voltaire, con il chiaro intento di attribuirgli maggior autorevolezza. Nel 1740 Madame du Chatelet firmò e pubblicò “Istituzioni di fisica” sulle teorie di Leibniz, contribuendo in tal modo alla loro diffusione Tradusse poi dal latino i “Principia Mathematica” di Newton, completando l’opera con sue considerazioni personali, aggiunte, precisazioni e perfino correzioni di alcuni calcoli approssimativi. L’ opera, terminata pochi giorni prima della morte, fu pubblicata postuma, nel 1759, a cura di Voltaire, che volle così renderle il giusto merito.
Madame du Chatelet fu la prima scienziata francese: fece esperimenti e formulò teorie. Alcuni suoi calcoli e intuizioni furono in seguito utilizzati da altri matematici, senza però che il suo nome fosse citato. Partendo dagli studi su Newton, per esempio, ebbe un’ intuizione che, due secoli dopo, sarà confermata da Einstein con la formula E=mc2 (l’energia è uguale alla massa per la velocità al quadrato). Proprio per i suoi studi, in particolare su Newton, fu nominata membro dell’Accademia delle Scienze di Bologna, riconoscimento riservato a pochissime donne.
Oltre alle opere scientifiche di lei ricordiamo anche un bellissimo saggio: il “Discorso sulla Felicità”, rivolto soprattutto alle donne.
“Amare ciò che si ha, saperne gioire, godere dei privilegi del proprio stato, non invidiare coloro che ci sembrano più felici di noi, applicarsi per perfezionare noi stessi e per ricavare i maggiori vantaggi dai nostri comportamenti, è tutto quello che chiamo felicità.”
Non potevamo meglio onorare, grazie a questo libro ed alla sua “porta” la festa della donna.
1 comment for “8 Marzo: alla scoperta di Emilie du Chatelet”